IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono. I Ministri e le persone di corte, dovendo praticare con lui tutti i giorni
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questo qui! - Se avessi un po' di colla, lo incollerei. Non aveva ancora finito di parlare, che i pezzetti si movevano, si ricercavano tra loro e
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mettevano al sole davanti la porta di casa, e stavano lì lunghe ore a guardare i bambini che facevano il chiasso. - Ricordi, moglie mia? - Ricordi, marito
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! Fu sbranato dalle fiere! Il povero padre ne fece un gran pianto. Dal dolore si ammalò, e dopo pochi giorni morì. Il Reuccio, sotto le erbe e i rami
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colla e i chiodi dovevano comprarli gli avventori. - Perché, Mastro Acconcia-e-guasta? - Perché sì. I chiodi che avanzavano li rendeva, la colla no
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C'era una volta un Gessaio che aveva parecchi asini magri e sbilenchi, sui quali caricava i sacchi del gesso da portare a questo e a quello; uno poi
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tutti i pesci si fossero messi d'accordo per non farsi pescare da lui. I suoi compagni, invece, ne pigliavano tanti e poi tanti, che spesso dovevano
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prendere nessun cibo, e i medici non sapevano come rimediarvi. La Regina avrebbe voluto qualcosa da ristorarla col solo odore, e il cuoco si stillava il
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sossopra tutto il palazzo reale; capricciosa e bizzosa poi quanto può essere una bambina che i genitori non sgridavano mai. Più grosse le faceva e più
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corno di bue. Il Re, alla nuova offesa, pigliò i cocci e mandò ad arrestare il mugnaio. - Che intendi con questi corni per contentino? - Intendo i
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C'era una volta un vecchio tornitore che faceva trottole d'ogni forma e d'ogni grandezza. Quand'era la stagione delle trottole, i ragazzi si
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. Vo dove mi portano i piedi; lasciatemi andare! - Se t'incontrano i lupi, ti sbranano. - La mia matrigna è assai peggio dei lupi; lasciatemi andare
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! Non la finiva più. - Ah, marito mio! Ho frugato in tutti i posti e in tutti i buchi e non mi è riuscito di trovarlo. - Cercherai meglio domani. Intanto
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. Anzi, prima di nasconder la coda nei calzoni, si voltò verso il Re, la inarcò e l'agitò, come soglion fare i cavalli quando sono allegri, e si curvò
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, affettuosa; non si merita punto i maltrattamenti che tu le fai. E non la chiamare più Zoppina! - O se è vero ch'ella è Zoppina - fu la risposta di lei
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dovuto essere attaccate le braccia. - Ahi! Ahi! Ed ecco venirle fuori prima la punta delle dita, poi le mani, poi i polsi, poi gli avambracci, poi le
Accademia della crusca
